SABATO SANTO 22 Marzo 2008

SABATO SANTO VEGLIA PASQUALE

 ______________________________________________________________________

 

Oggi nella Chiesa è un giorno di silenzio: Cristo giace nel sepolcro e la Chiesa medita, ammirata, ciò che Nostro Signore ha fatto per noi.

Il Sabato Santo non è una giornata triste. Il Signore ha sconfitto  il peccato e tra poche ore vincerà anche la morte con la sua gloriosa Risurrezione. Ci ha riconciliato con il Padre celeste: ora siamo figli di Dio! È necessario fare propositi di gratitudine, avere la certezza che supereremo tutti gli ostacoli, di qualsiasi tipo siano, se ci manterremo ben uniti a Gesù con l’orazione e con i sacramenti.
Il mondo ha fame di Dio, anche se certe volte non lo sa. Le persone desiderano ascoltare questa realtà gioiosa – l’incontro con il Signore -, e questo è il compito di noi cristiani. Dobbiamo avere il coraggio di due uomini – Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea -, che durante la vita di Gesù mostrarono rispetti umani, ma al momento decisivo osarono chiedere a Pilato il corpo morto di Gesù per dargli sepoltura. Oppure quello delle sante donne che, quando Cristo è ormai un cadavere, comprano aromi e vanno a imbalsamarlo, senza paura dei soldati che custodivano il sepolcro.
Si capisce bene perché hanno posato il corpo morto del Figlio nelle braccia della Madre, prima di dargli sepoltura. Maria era l’unica creatura capace di dirgli che capisce perfettamente il suo Amore per gli uomini, perché non è stata Lei la causa di quei dolori. La Vergine Purissima parla per noi; ma parla per farci reagire, perché proviamo il suo dolore, divenuto una sola cosa con il dolore di Cristo.

La celebrazione della veglia pasquale è il culmine di tutto l ‘anno liturgico.

I parrocchiani della chiesa San Salvatore, hanno partecipato numerosissimi alla veglia pasquale, e parecchi pellegrini si sono uniti alla comunità locale, per condividere con i cristiani locali l’intensità di questa celebrazione arricchita da sette battesimi, che il parroco Padre Ibrahim Faltas ha impartito durante la veglia. Tantissimi bambini, hanno seguito incuriositi la  successione dei simboli di cui è intessuta la Veglia che esprime bene il senso della risurrezione di Cristo per la vita dell’uomo e del mondo.
 

Liturgia della luce: il mondo della tenebra è attraversato dalla Luce, il Cristo risorto, in cui Dio ha realizzato in modo definitivo il suo progetto di salvezza. In lui, primogenito di coloro che risorgono dai morti (Col 1,18), si illumina il destino dell’uomo e la sua identità di «immagine e somiglianza di Dio» (Gn 1,26-27); il cammino della storia si apre alla speranza di nuovi cieli e nuove terre dischiusa da questa irruzione del divino nell’umano.

 

Liturgia della parola: le  letture dell’Antico Testamento sono un compendio della storia della salvezza. Già la quaresima aveva sottolineato che il battesimo è inserimento in questa grande «storia» attuata da Dio fin dalla creazione. Nella consapevolezza che la Pasqua di Cristo tutto adempie e ricapitola, la Chiesa medita ciò che Dio ha operato nella storia. Quella serie di eventi e di promesse vanno riletti come realtà che sempre si attuano nell’ «oggi» della celebrazione; sono dono e mèta da perseguire continuamente.


Liturgia battesimale: il popolo chiamato da Dio a libertà, deve passare attraverso un’acqua che distrugge e rigenera. Come Israele nel Mar Rosso, anche Gesù è passato attraverso il mare della morte e ne è uscito vittorioso. Nelle acque del battesimo è inghiottito il mondo del peccato e riemerge la creazione nuova. L’acqua, fecondata dallo Spirito, genera il popolo dei figli di Dio: un popolo di santi. Con i nuovi battezzati, tutta la Chiesa fa memoria dei suo passaggio pasquale, e rinnova nelle «promesse battesimali» la propria fedeltà al dono ricevuto e agli impegni assunti in un continuo processo di rinnovamento, di conversione e di rinascita

 

Liturgia eucaristica: . Il popolo rigenerato nel battesimo per la potenza dello Spirito, è ammesso al convito pasquale che corona la nuova condizione di libertà e riconciliazione. Partecipando al corpo e al sangue del Signore, la Chiesa offre se stessa in sacrificio spirituale per essere sempre più inserita nella pasqua di Cristo. Egli rimane per sempre con i suoi nei segni del suo donami perché essi imparino a passare ogni giorno da morte a vita nella carità

 

Una luce che mai si spegne: Il cero
Dentro la struttura e i simboli della celebrazione è possibile leggere il paradigma dell’esistenza cristiana nata dalla Pasqua. Luce, Parola, Acqua, Convito sono le realtà costitutive e i punti di riferimento essenziali della vita nuova: uscito dal mondo tenebroso del peccato, il cristiano è chiamato ad essere portatore di luce (cf Ef 5,8; Col 1,12.13); a perseverare nell’ascolto di Cristo morto e risorto, Parola definitiva della storia; a vivere sotto la guida dello Spirito la vocazione battesimale; ad annunciare e a testimoniare nel dono di sé quel mistero di cui l’eucaristia celebra il memoriale.

 

 

Cristo è risorto!

Buona Pasqua a tutti