Non nego di essere stupita: la mia memoria non ha ricordo di una folla tanto nutrita che popoli una chiesa. Penso alle domeniche in Italia, penso alla messa delle undici, ai vecchietti che, più numerosi, si siedono in silenzio, e penso ai giovani la cui esigua presenza lascia le panche nude e un po’ tristi. Poi torno allo spettacolo che si dispiega davanti ai miei occhi, al correre allegro dei bimbi, ai pianti e alle grida, a quella sfacciata innocenza che rende così viva la chiesa, così reale e umana la religione.